Cosimo e io siamo molto simili. Veramente molto simili.
In breve.
Anni Settanta, Firenze, genitori appassiona(n)ti, Liceo Classico, Incontri e scontri, musica, tanta musica, musica nelle orecchie e soprattutto nella memoria. Troppa musica?
Poi università (per la verità due scelte piuttosto diverse: eco-nomia vs filo-sofia; legge vs amore?), amici affascinanti, letture conturbanti, birre disturbanti e ancora musica. Tantissima musica. Vinili, concerti, CDs. Troppa musica?
Amore per la parola (eccessivo?), per le donne (eccessivo!), per i viaggi intorno al mondo. Soprattutto intorno al mondo anglosassone.
Laurea, lavoro, famiglia: qui le strade si dividono ulteriormente.
Lui parte, io rimango. Lui si sposa, io rimango. Lui lavora per banche importanti, io rimango.
Londra vs Firenze (Enrico VIII contro Savonarola; pecunia vs passio?). Sicuramente audacia vs pigrizia.
Ma siamo molto simili, inquietantemente simili. Conosco piuttosto bene forse cento persone e se su cento due sono così simili, quanti siamo in giro per il mondo?
Entrambi riteniamo che Morrissey abbia cantato uno tra i più suggestivi ritornelli che siano mai stati scritti da quando siamo venuti al mondo: «E se un autobus a due piani/ Si schiantasse contro di noi/ Morire al tuo fianco/ Sarebbe davvero un modo divino di morire».
Entrambi sappiamo che Morrissey è un profeta.
Entrambi vorremmo morire martiri.