L’ineffabile mistero della vita.
Come passi il tempo non si potrà forse dire, ma lo si può far capire prendendo il ticchettio di un orologio e “facendolo rallentare” tramite il ritmo degli strumenti.
E in questa vita che scorre, ciò che rimane non sono i nostri ragionamenti, bestiali e persino non liberi, come si è già visto.
Il climax travolgente di desiderio di amore e la domanda inesauribile di felicità (pur nel panorama poco incoraggiante di un deserto) si compiono nell’abbandono a un abbraccio.
Non più di un amico speciale: quando è la vita nella sua globalità a domandare un senso, la risposta non può venire che dal Signore del porto da cui il navigatore (in questo caso genovese) proviene.
Il problema dell’uomo è capire che il proprio compimento viene dall’obbedienza a chi ci dà la vita.