Nonna Clara

 

Firenze, 30 marzo 1913 - 5 marzo 2014

La nonna Clara ha letteralmente attraversato un intero secolo.

È nata, naturalmente a Firenze (anzi: a San Salvi!), prima che scoppiasse la Prima Guerra Mondiale (ma non le ha prestato molta attenzione...).

È stata giovane negli anni del fascismo e avrebbe potuto raccontare storie molto più interessanti di quelle che si leggono in proposito sui manuali. Per esempio quella dell’amato fratello maggiore (il mitico zio Enrico) e di Gaetano Pilati.

Ha vissuto una storia d’amore abbastanza romanzesca con un coetaneo di origine emiliana, che ha poi sposato (per procura) e che le ha dato due figli.

Durante la Seconda Guerra Mondiale si è dovuta dare da fare per proteggere e tirar su il primo figlio e il nipote, insieme alla cognata (l’altrettanto mitica zia Giulia, moglie di Enrico) ma senza aiuti maschili.

Soldi pochi, fame parecchia, bombardamenti vicini.

Nel Dopoguerra è tornato il marito, è nato il secondo figlio, e lei ha lavorato, lavorato, lavorato... fino al compimento degli 88 anni ha cucito e cucinato di tutto.

Nel frattempo i figli si sono sposati e sono arrivati due nipoti, ma il marito è morto precocemente, lasciandola vedova per quasi 40 anni.

Però mai un lamento.

Certo: qualche perplessità davanti ai computer deve averla avuta...

Ma ha tirato avanti con fede e saggezza di altri tempi e ci ha lasciato soltanto quando è stata sicura che ce la saremmo cavata (a stento) anche da soli.

Il mio babbo, scherzando, le diceva sempre più spesso: «I vecchini dovrebbero pasteggiare a caffellatte!».

Invece al pranzo per festeggiare i 100 anni non sono mancati vino e cioccolato (compagni di quasi ogni giorno), mentre l’ultima volta che ha cenato insieme a noi ha mangiato la pappa al pomodoro!


Mi permetto di rubare qualche parola a Giovanni Lindo Ferretti:

«Me l’ha detto mia nonna che esiste Dio.

E nulla di quello che mi ha detto mia nonna, con gli anni, si è rivelato falso».

Dov’è, o morte, la tua vittoria? (1 Cor 15, 55)