Corriere della Sera - 13 settembre 2008

Rimpiango il periodo in cui non me le pubblicavano...

Io non pretendo di essere un genio, ma questa è l’“umile” lettera che avevo mandato al Corriere della Sera, alla fine di agosto.


Caro Romano,

ci sono alcuni aspetti della mia “condizione” di docente precario nel mondo della scuola statale di cui non si parla molto spesso.

Ogni anno devo attendere la fine di agosto per sapere se e dove insegnerò. Se per caso non ottenessi il posto, dovrei inventarmi in pochi giorni un nuovo lavoro (oppure rimanere disoccupato).

Inoltre, ultimamente la situazione è molto peggiorata a causa dei “passaggi di cattedra”. Nella provincia in cui lavoro, addirittura un terzo dei docenti di ruolo nella mia classe di concorso è arrivato negli ultimi due anni da altre mansioni: incarichi presso Uffici Scolastici, insegnamento alle elementari, alle medie, alle superiori ma in altre discipline. E sto parlando di docenti “esperti”, non certo di trentenni. Anche a causa di questo, io (con tutti i miei titoli e con la mia esperienza sul campo) resto precario a oltranza a rischio di disoccupazione…

Potremmo discutere di questo, invece di fare discorsi teorici?

Leonardo Eva

Firenze


La lettera è stata pubblicata il 13 settembre, mutilata in modo tale da farmi sembrare un idiota (vedi la frase iniziale) e un bugiardo (vedi “la provincia in cui lavoro” che è diventata “la mia provincia”).


Precari a oltranza?

Dei docenti precari nella scuola statale non si parla molto spesso. Ogni anno dobbiamo attendere la fine di agosto per sapere se e dove insegneremo.

Se per caso non ottenessimo il posto, dovremmo inventarci in pochi giorni un nuovo lavoro, oppure rimanere disoccupati.

Ultimamente la situazione è peggiorata per i «passaggi di cattedra». Nella mia provincia un terzo dei docenti di ruolo nella mia classe di concorso è arrivato negli ultimi due anni da altre mansioni: incarichi presso Uffici Scolastici, insegnamento alle elementari, alle medie, alle superiori ma in altre discipline ecc. ecc.

E parlo di docenti «esperti», non certo di trentenni! Intanto io, nonostante tutti i miei titoli e la mia esperienza, resto precario a oltranza e a rischio di disoccupazione.